Aspirina: previene il cancro?

Negli Stati Uniti, decine di milioni di adulti prendono l’aspirina per ridurre il rischio di infarto o ictus. Ma negli ultimi due decenni gli studi hanno suggerito che l’uso regolare dell’aspirina può avere un altro vantaggio importante: diminuire il rischio di sviluppare o morire per alcuni tipi di cancro.

Negli USA, il Consiglio federale di prevenzione delle malattie (USPSTF) ha raccomandato che, per alcune persone, l’aspirina può essere utilizzata per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e cancro del colon-retto. Ciò è un primo passo fondamentale nella realizzazione di un impatto più ampio sulla popolazione per quanto riguarda l’uso dell’aspirina per la prevenzione del cancro.

Le raccomandazioni dell’USPSTF sono tutt’altro che campate in aria. Ed i ricercatori stanno continuando a indagare su questioni critiche, fra cui come l’aspirina possa ridurre il rischio di cancro del colon-retto ed eventualmente quali altri tumori l’uso regolare di questo medicinale può aiutare a prevenire.

Negli studi pubblicati sull’aspetto protettivo dell’aspirina contro il cancro, la maggiore coerenza nei risultati è stata ottenuta nel cancro del colon-retto. Ad esempio, nella sperimentazione CAPP2, che ha testato l’aspirina giornaliera ad alte dosi in individui con sindrome di Lynch – una condizione ereditaria che aumenta notevolmente il rischio di tumori del colon-retto e dell’endometrio e di diversi altri tumori – si è avuta una riduzione del 63% del rischio rispetto a chi ha preso un placebo.

Ma la dimostrazione dell’efficacia si estende anche alle persone a rischio medio di sviluppo del cancro del colon. Tra gli esempi più recenti, vi è un’analisi di due grandi studi di coorte a lungo termine pubblicati nel giugno 2016 in JAMA Oncology. Lo studio, condotto dal Dr. Chan a Harvard, ha collegato l’uso dell’aspirina per 6 anni o più con un rischio di diminuzione del cancro del colon-retto del 19% e una diminuzione del rischio del 15% di qualsiasi tipo di cancro gastrointestinale.

Sulla base dell’analisi svolta, il team di ricerca ha stimato che l’uso regolare dell’aspirina potrebbe impedire addirittura l’11% dei tumori del colon-retto diagnosticati negli Stati Uniti ogni anno e l’8% dei tumori gastrointestinali. “I dati per il cancro del colon-retto sono veramente buoni”, ha dichiarato Theodore Brasky, un noto epidemiologo americano che lavora presso l’Ohio State University, la cui ricerca si concentra sui farmaci antinfiammatori e sul rischio di cancro.

Non solo i dati osservazionali mostrano ormai in modo certo che l’assunzione regolare di aspirina riduce il rischio di cancro del colon-retto, ma diversi studi clinici randomizzati hanno dimostrato anche che l’uso di aspirina “a qualsiasi dose” può ridurre l’incidenza di tutti i polipi e dei polipi avanzati, entrambi i quali possono essere precursori del cancro del colon-retto.

Una raccomandazione per un trattamento che copre due distinte malattie è abbastanza singolare, ma c’è una logica specifica nella decisione della task force. La guida USPSTF descrive il gruppo di popolazione che i dati suggeriscono probabilmente avere un beneficio netto con il minimo rischio: le persone dai 50 ai 59 anni che sono a maggior rischio di malattie cardiovascolari.

Dunque per queste persone non occorre necessariamente prendere una decisione separata per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e per quella del cancro. La raccomandazione dell’USPSTF consiglia però che i candidati potenziali abbiano un’aspettativa di vita di almeno 10 anni e non siano ad aumentato rischio di sanguinamento (per altre condizioni sanitarie o per l’uso di altri farmaci), un effetto collaterale noto dell’uso a lungo termine dell’aspirina.

La task force ha concluso che non aveva sufficienti prove per fare raccomandazioni pro o contro l’aspirina nei soggetti di età inferiore ai 50 anni e superiore ai 70 anni e ha dichiarato che la decisione di utilizzare l’aspirina per le persone di età compresa tra i 60 ei 69 anni dovrebbe essere individuale.

Lo studio di Harvard del giugno 2016 ha anche rivelato un’altra rilevante conclusione: nelle persone che sono state sottoposte a screening per il cancro del colon-retto, l’uso regolare di aspirina ha prodotto una ulteriore riduzione del rischio. Sappiamo che quando c’è uno screening vi è una certa frequenza di cancri che si verificano nell’intervallo fra un normale esame di screening e prima del previsto screening successivo. L’aspirina è in grado di ridurre il rischio di tumori nell’intervallo.

Infine, nel 2017, al meeting annuale della American Association for Cancer Research (AACR), sono stati presentati i risultati di uno studio osservazione svolto dall’Università di Harvard, che ha raccolto i dati su ben 130.000 persone per 32 anni, dal 1980 al 2012, che mostrano come l’aspirina non solo prevenga la formazione di tumori, ma ne riduca anche la mortalità.

Infatti, dall’analisi dei dati è emerso che chi assumeva acido acetilsalicilico (aspirina) in basse dosi ma con costanza aveva un rischio più basso di ammalarsi di cancro: dell’11% più basso per gli uomini e del 7% per le donne. L’assunzione moderata di aspirina è risultata particolarmente utile nella riduzione del cancro del colon-retto, con una riduzione di mortalità di circa il 30% in uomini e donne.

Queste ultime hanno inoltre visto una riduzione del 7% anche per il temuto cancro al seno, mentre gli uomini hanno avuto una riduzione del 23% della mortalità per il cancro alla prostata. Sembra dunque acclarato il fattore protettivo dell’aspirina anche nei confronti di altri tumori.



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