L’età reale – cioè biologica – di una persona può essere molto diversa per le differenti parti del corpo, come si può scoprire attraverso l’utilizzo di opportuni marcatori. Ad esempio, il cervelletto è la parte più giovane dell’organismo, mentre l’obesità accelera l’orologio biologico del fegato. Inoltre, i tessuti tumorali presentano un’età biologica di alcuni decenni superiore a quella dei tessuti sani.
Gli scienziati utilizzano la lunghezza dei “telomeri” (le estremità protettive dei cromosomi) e la cosiddetta “metilazione del DNA” – un meccanismo che “silenzia” i geni, ossia ne impedisce l’attività – per individuare le parti biologicamente più vecchie del corpo umano – e dunque per stimare la differenza di età fra le varie parti ed i vari tessuti del corpo – ma anche come una sorta di “orologio biologico” per poter stimare la differenza fra l’eta biologica e l’età anagrafica di una persona.
I telomeri servono per preservare la parte finale del cromosoma da un deterioramento o da una fusione con un cromosoma vicino, influenzando quanto rapidamente le cellule invecchiano e muoiono. Ogni volta che una cellula si divide, un fascio di telomeri scende dalla parte finale del cromosoma. Pare che vi sia una correlazione diretta tra la lunghezza dei telomeri e l’età biologica. Più vivi – in altre parole, maggiore è la tua età anagrafica – e maggiore è la lunghezza totale dei tuoi telomeri.
Quindi, le persone con telomeri più corti o mutazioni nella telomerasi hanno maggiori probabilità di andare incontro a una morte precoce o di sviluppare malattie e disturbi neurodegenerativi. Tuttavia, uno stile di vita sano – inclusa una dieta sana e un regolare esercizio fisico – può preservarne la lunghezza.
Un altro metodo per definire l’età biologica dell’uomo è la metilazione del DNA. La metilazione “è un comune strumento di segnalazione epigenetica che le cellule usano per bloccare i geni in posizione “spento”. Il ruolo della metilazione del DNA è sconosciuto, ma sembra sia essenziale per la differenziazione delle cellule e lo sviluppo embrionale. Ciò spiega come le cellule con uguale codice genetico – ad es. quelle del cuore e del cervello – possono funzionare in modo diverso.
La metilazione può essere utilizzata per prevedere con precisione l’età in una varietà di tessuti umani e di cellule. In sostanza, si possono usarne i livelli per creare una sorta di “orologio biologico” per determinare il motivo per cui gli umani invecchiano. Nel 2013, il genetista Steve Horvath, dopo aver esaminato i dati provenienti da 8.000 campioni di 51 cellule e tessuti differenti, ha trovato che la maggior parte dei campioni avevano la stessa età anagrafica e biologica, ma alcuni no.
Ciò che non sappiamo è se l’orologio biologico controlla un processo che porta all’invecchiamento. Se è così, l’orologio diventerà un importante biomarcatore per studiare nuovi approcci terapeutici per mantenerci giovani. Più interessanti sono le parti del corpo umano biologicamente più vecchie di altre. I seni, ad esempio, sono alcuni dei tessuti “più antichi” del corpo.
Horvath ha trovato che il tessuto mammario sano può essere fino a tre anni più vecchio del resto del corpo, e in media 12 anni più vecchio se il tessuto mammario sano è vicino a un tessuto canceroso. Questo approccio al tessuto tumorale, od ai tumori, può essere utile in futuro ai ricercatori del cancro. Se il tessuto mammario di una donna invecchia più velocemente del suo corpo, è possibile che questo sia il motivo per cui il cancro al seno è il tipo di tumore più comune diagnosticato nelle donne.
Ciò non è applicabile solo al tessuto mammario canceroso. Horvath ha trovato che il tessuto tumorale è di 36 anni più vecchio del normale tessuto sano; e addirittura di 80 anni più vecchio nei tessuti con cancro al cervello presi dai bambini. Ha trovato anche che il tessuto umano del cuore ha un’età biologica inferiore. L’assunzione di cellule staminali nei cardiomiociti per la nuova formazione muscolare cardiaca potrebbe spiegare perché il tessuto cardiaco umano tende ad avere una bassa età.
Uno studio separato ha trovato che le persone il cui corpo funziona male sono considerate biologicamente più vecchie, mentre quelle il cui corpo funziona bene sono considerate biologicamente giovani. Ovvi biomarcatori, chiaramente, sono cose come l’avere i capelli grigi e inelasticità nello sciare. Ma con i metodi descritti gli scienziati hanno un accesso più approfondito a cosa fa invecchiare il corpo, a quale è la sua età biologica, e possono usare tali risultati per nuovi trattamenti e terapie.