Le persone che hanno la bulimia nervosa cercano di controllare il proprio peso limitando fortemente la quantità di cibo che mangiano, dopodiché espellono il cibo dal loro corpo vomitando o utilizzando lassativi. Questi comportamenti sono di solito messi in atto in segreto.
Dunque, la bulimia ha una psicopatologia di base simile a quella dell’anoressia (paura di ingrassare e distorsione dell’immagine corporea), ma nel caso della bulimia vi sono delle grandi abbuffate seguite dall’uso di purganti o dal vomito autoindotto. Come per altri disturbi alimentari, la bulimia può essere associata a: bassa autostima, abuso di alcol, depressione autolesionismo.
Le persone affette da disturbi alimentari tendono ad utilizzare le proprie abitudini alimentari e comportamenti per far fronte a disturbi emozionali e spesso hanno un timore anormale o irrealistico di cibo, calorie e grasso. Le persone con bulimia nervosa si purificano perché temono che l’abbuffarsi farà loro guadagnare peso e di solito si sentono colpevoli del loro comportamento.
Come per tutti i disturbi alimentari, le donne hanno maggiori probabilità di sviluppare la bulimia rispetto agli uomini. Tuttavia, la bulimia nervosa sta diventando sempre più comune fra i ragazzi e gli uomini. Studi recenti suggeriscono che fino all’8% delle donne abbiano la bulimia in qualche fase della loro vita e la cosa riguarda principalmente le donne di età compresa tra i 16 ed i 40 anni.
Il primo passo più importante è quello – per chi ha la bulimia – di rendersi conto che ha bisogno di aiuto e di voler migliorare la propria condizione. Se pensi di avere la bulimia, cerca di chiedere aiuto il più presto possibile. Ci sono forti prove che i libri di auto-aiuto possano essere efficaci per guarire, soprattutto se chiedono ad un amico o ad un membro della famiglia di lavorare con loro.
Se ciò non è possibile, il tuo medico di famiglia può indirizzarti presso una struttura che offra un programma di Terapia comportamentale cognitiva – che è il tipo più comune di trattamento psicologico per la bulimia – per cercare di incoraggiare nel soggetto bulimico l’adozione di modi di pensare più sani e più realistici che dovrebbero portare a un comportamento più positivo.
La Terapia comportamentale cognitiva si basa sulla teoria secondo cui il modo di pensare riguardo una situazione influisce sul come agire e, a sua volta, le nostre azioni possono influire sul nostro modo di pensare e sentire. In pratica, il terapeuta cercherà di mostrare come la condizione è spesso associata a pensieri e credenze malsane e non realistiche riguardo al cibo e alla dieta.
Alcune persone possono anche beneficiare di farmaci antidepressivi, in quanto ciò può ridurre la spinta ad abboffarsi ed a vomitare. In particolare, gli antidepressivi conosciuti come inibitori selettivi di ricupero della serotonina possono essere utilizzati per il trattamento della bulimia. Il farmaco di solito raccomandato per il trattamento della bulimia è chiamato fluoxetina.
Come qualsiasi antidepressivo, anche questo di solito richiede diverse settimane prima che inizi a funzionare. Di solito viene dato all’inizio a bassi dosaggi, che vengono poi aumentati gradualmente via via che il tuo corpo si adatta al farmaco. Il tuo medico controllerà il tuo progresso dopo due, quattro, sei e dodici settimane, per vedere se stai rispondendo al farmaco.
Non tutti rispondono bene ai farmaci antidepressivi, quindi è importante che i tuoi progressi siano attentamente monitorati. Ben pochi farmaci sono raccomandati per bambini e giovani sotto i 18 anni. È anche meglio non prendere come gli inibitori selettivi di ricupero della serotonina se si ha l’epilessia o una storia familiare di malattie cardiache, epatiche o renali.