La temperatura corporea costituisce un fattore indipendente nel determinare la frequenza cardiaca. Secondo la regola di Liebermeister, infatti, la frequenza cardiaca aumenta da 8 a 10 battiti al minuto per ogni aumento di 1 grado Celsius della temperatura corporea. Inoltre, durante il periodo febbrile, la frequenza cardiaca tende a rimanere elevata, anche durante il sonno.
Ma tale regola, ovviamente, è applicabile solo nel caso in cui ci riposiamo, conosciamo il nostro normale ritmo cardiaco a riposo e non c’è altra causa che possa giustificare una frequenza cardiaca alterata. La temperatura corporea, però, costituisce un fattore indipendente anche nel determinare la frequenza respiratoria, per cui può contribuire – soprattutto se si sa valutarla correttamente – a capire se una tachicardia è causata da febbre oppure da altre cause o shock.
Il motivo per cui vi è una relazione diretta fra temperatura corporea e frequenza cardiaca non è difficile da capire. Le temperature corporee più calde provocano un battito del cuore più veloce e pongono notevole stress al corpo. Infatti quest’ultimo, quando è caldo, deve spostare più sangue sulla pelle per raffreddarsi, pur mantenendo la circolazione del sangue che scorre nei muscoli.
Vi sono però delle eccezioni alla regola di Liebermeister. È il caso, ad esempio, della febbre tifoide, per la quale si ha una frequenza cardiaca relativamente bassa pur a fronte di una febbre alta. Pertanto, è bene usare il metodo della misurazione della frequenza cardiaca per stimare la temperatura corporea solo quando non sia possibile utilizzare, nell’immediato, un termometro.
La frequenza cardiaca aumenta con il salire della temperatura corporea e, analogamente, cala quando questa si abbassa sotto i valori normali, come quando si entra in uno stato di ipotermia. Alcune malattie – come la citata febbre tifoide – si distinguono per il fatto che la frequenza cardiaca è più bassa di quella che uno si aspetterebbe per l’elevata temperatura corporea causata dalla malattia.
In conlusione, con una temperatura corporea crescente, in generale aumenta la frequenza del polso. Ma quest’ultima può aumentare anche per tante altre ragioni, come ad esempio l’ansia e lo stress, o semplicemente seguito di un affaticamento. Inoltre, molte febbri – come la febbre tifoide e certe febbri virali – non provocano l’aumento previsto di frequenza cardiaca.
In sostanza, temperatura corporea e frequenza cardiaca sono parametri diversi e devono essere misurati in modo diverso. La loro correlazione o, al contrario, la mancanza di correlazione, fornisce solo qualche indizio sulla diagnosi. Ed, in ogni caso, non permette di fare misurazioni assolute della temperatura corporea, bensì solo relative e/o calibrate sul proprio corpo, in quanto il polso normale in un adulto generico è fra i 60 ed i 90 battiti al minuto, un intervallo troppo ampio per essere utile.
Si può sentire il battito cardiaco premendo saldamente le arterie, che si trovano vicino alla superficie della pelle in alcuni punti del corpo. Le pulsazioni possono essere percepite sul lato del collo, all’interno del gomito, al polso o all’inguine. Per la maggior parte delle persone, è più facile prendere le pulsazioni al polso, appoggiandovi due dita fino a che non le si sente distintamente.
Quando prendi i battiti al polso, usa la punta del primo dito (indice) e del secondo, premendo saldamente ma con delicatezza sulle arterie fino a quando non si sente una pulsazione. Cominciare a contare i battiti quando il contasecondi dell’orologio è sullo “0”. Conta le tue pulsazioni per 60 secondi. Nel conteggio, non guardare continuamente l’orologio, ma concentrati sui battiti.