La prossima volta che andate al supermercato, non dimenticate di comprare – nel banco delle spezie – un barattolo o una bustina di curcuma, una sorta di zafferano indiano. E questo non solo perché si tratta di una spezia deliziosa in numerosi piatti, dai risotti alle gustose salsine per guarnire i secondi.
Infatti, la cosiddetta curcumina – una sostanza fitochimica isolata dalle piante della curcuma, e che viene utilizzata come ingrediente colorante ad es. per la preparazione della polvere di curry, di cui rappresenta un componente importante – svolge diverse attività biochimiche le quali suggeriscono che potrebbe essere un interessante farmaco per il trattamento o la prevenzione del cancro.
La curcumina (o diferuloilmetano) è un polifenolo derivato dalla pianta Longa Curcuma, che è appunto comunemente nota come curcuma. La curcumina è stata ampiamente utilizzata nella medicina ayurvedica per secoli, poiché non è tossica e presenta una varietà di proprietà terapeutiche, incluse attività antiossidanti, analgesiche, antinfiammatorie e antisettiche.
La Curcuma longa è nativa dell’Asia meridionale, dell’India e dell’Indonesia ma è prevalentemente coltivata nell’India meridionale. La radice e il rizoma (cioè lo stelo sotterraneo) di questa pianta vengono schiacciati a terra e trasformati in polvere di curcuma, utilizzata in tutto il mondo come condimento e come ingrediente del curry (che però contiene solo piccole quantità di curcumina).
In tempi relativamente recenti si è scoperto che la curcumina possiede un’attività anti-cancro attraverso il suo effetto su una varietà di percorsi biologici coinvolti nella mutagenesi, nell’espressione oncogena, nella regolazione del ciclo cellulare, nell’apoptosi, nella tumorigenesi e nella metastasi. La curcumina ha dimostrato l’effetto antiproliferativo in più tumori ed influenza una varietà di recettori dei fattori di crescita e di molecole coinvolte nella crescita tumorale e nella metastasi.
Già i primi studi di laboratorio suggerirono che la curcumina può inibire la crescita delle cellule tumorali, la carcinogenesi chimica, e può essere utilizzata per il trattamento dei pazienti con il cancro. Da allora, alcuni studi clinici hanno suggerito che la curcumina potrebbe essere un farmaco di interesse per Il trattamento del cancro e/o per la prevenzione di diverse forme di cancro.
È stato dimostrato che la curcumina ed i suoi derivati – da soli o in combinazione con altri farmaci – aumentano la morte cellulare in una vasta gamma di cellule tumorali, tra cui i tumori cerebrali, il sarcoma, i tumori della mammella, i tumori ovarici, i tumori dei testicoli, i tumori prostatici, i tumori pancreatici, il cancro del fegato, i tumori biliari, i tumori gastrici, i tumori del colon, il cancro polmonare, il mesotelioma, il cancro renale, Il cancro della vescica, il cancro esofageo, ed i linfomi/leucemie.
Di conseguenza, vi è oggi un notevole interesse nello sviluppo di agenti chemioterapici adiuvanti basati sulla curcumina per aumentare i protocolli di trattamento attualmente disponibili, che possano consentire ridotti effetti collaterali e tossicità senza compromettere l’efficacia terapeutica.
La curcumina sembra instaurare molti rapporti con il nostro corpo. Uno è lo stop allo stato infiammatorio, che è alla base, oltre che dei tumori, anche dell’obesità, del diabete e delle malattie cardiovascolari. Per ora, è stato dimostrato sui modelli animali che la curcumina previene l’insorgenza di queste patologie non solo tramite la regolazione dell’infiammazione, ma anche agendo direttamente su alcune particolari cellule del fegato e del pancreas. Nelle sperimentazioni sull’uomo, si è visto un miglioramento nel livello di glucosio nel sangue e un aumento del colesterolo “buono”, cioè HDL.
Per quanto riguarda invece la prevenzione del cancro, non vi sono dubbi sull’azione della curcumina nel ridurre gli stati infiammatori e lo stress ossidativo, due dei principali fattori di rischio del cancro. Ma vi sono evidenze, da esperimenti in vitro, che attribuiscono alla curcuma capacità di rallentamento dello sviluppo tumorale, con diversi meccanismi di azione. La sua azione sembra esplicarsi inibendo Tor, uno dei principali geni gerontogeni, cioè che accelerano l’invecchiamento. In pratica, la proprietà anti-tumorale della curcumina discenderebbe dal silenziamento di questo gene.
La curcumina è dunque l’ingrediente attivo chiave della curcuma che troviamo al supermercato. Quest’ultima non è composta al 100% di curcumina (la sua percentuale varia a seconda di tanti fattori e da marca a marca) e quindi la percentuale di curcumina diventa un aspetto importante da considerare quando si acquista la polvere di curcuma, e può anche incidere sul costo di quest’ultima.
In pratica, una curcuma del supermercato che contiene più del 2,5% di curcumina è da considerare buona, ma se avete la possibilità di scegliere preferite quella con almeno il 3%. Qualsiasi marchio di curcuma che ha più del 4% di curcumina è veramente buono. Oppure puoi compensare la differenza prendendo più curcuma, dato che un’assunzione solo un po’ più alta non ha effetti collaterali.
C’è un grande dibattito su quanta curcumina si dovrebbe assumere ogni giorno nell’ottica di una prevenzione anticancro. La ricerca ha dimostrato che ci sono bassi tassi di alcuni tipi di cancro in paesi dove la gente mangia curcumina a livelli di circa 100-200 mg al giorno per lunghi periodi di tempo. Ciò corrisponde a una dose giornaliera di curcuma di 5-10 grammi – pari a mezzo cucchiaino da caffè o ad un cucchiaino intero – ipotizzando una curcuma con il 2% di curcumina.