Gli alimenti “light” sono più sani di quelli normali?

Quando in un supermercato o in un negozio di alimentari fissate due prodotti dello stesso tipo – uno è quello normale che state acquistando da mesi o da anni, mentre l’altro è quasi identico al primo, tranne che sopra la confezione c’è la parola “light” a caratteri cubitali oppure frasi del tipo “il 25% di calorie in meno” – quale dei due scegliete? La scelta più sana sembra ovvia, ma è davvero così?

Questi tipi di etichette, che sembrano un modo pratico per guidare i consumatori a scelte più sane di cibi e bevande, ci danno davvero consigli nutrizionali utili? Oppure ci danno semplicemente l’illusione di mangiare in modo più sano, approfittando della nostra ignoranza in materia?

Le indicazioni presenti sulle confezioni dei prodotti – quali “light” ed “a basso contenuto di grassi” sono infatti ormai comuni su tutto: dalle preparazioni per l’insalata alle zuppe, dai prodotti da forno alla mozzarella, dalle bibite ad altri prodotti lattiero-caseari. Ma queste affermazioni, che sembrano offrire un beneficio nutrizionale, potrebbero in realtà comportare l’opposto.

Anche se può sembrare una quantità importante, una riduzione del 25% delle calorie contenute in un prodotto non serve a molto.Non diventa per questo una scelta alimentare a basso contenuto calorico. Molti studi hanno anche dimostrato che i consumatori che mangiano gli alimenti “light” ne consumano in realtà più di quanto facevano con la versione normale del prodotto.

Secondo uno studio pubblicato nel Journal of Marketing Research, quando i partecipanti hanno ricevuto la possibilità di scegliere fra due versioni di un prodotto alimentare – quella “normale” e quella che era stata denominata “a basso contenuto di grassi” – ebbene, i ricercatori hanno visto che i partecipanti, in media, mangiavano quasi il 30% in più della versione a basso tenore di grassi.

Insomma, la ricerca suggerisce che se non stai effettivamente tenendo traccia delle calorie ingerite e delle porzioni consumate, è più probabile che un’etichetta “light” vi condurrà a sovrabbondare piuttosto che a sottoconsumare, con tutte le conseguenze del caso. Per questo, secondo alcuni nutrizionisti queste scritte sono semplicemente parole insensate e controproducenti.

Poi c’è la questione di ciò che viene messo in sostituzione quando le calorie o il grasso vengono tolti. Dopo tutto, il grasso equivale a sapore e non solo. Se il grasso viene rimosso da un prodotto confezionato, vi è un’elevata probabilità che venga aggiunto un ingrediente per molti versi peggiore – come ad esempio lo zucchero o il sale – per sopperire alla mancanza di gusto e creare dipendenza.

I prodotti “light”, inoltre, possono anche contenere ulteriori addensanti, sapori artificiali o altri ingredienti potenzialmente indesiderati per compensare la perdita di sapore. Secondo i nutrizionisti, ciò sarebbe ancora più dannoso per la salute rispetto al consumare semplicemente la versione normale del prodotto, quella con il normale contenuto di grassi o di zucchero o di calorie.

Ed le industrie alimentari sanno che il gusto amaro e l’acido ci avvertono che stiamo mangiando cibi potenzialmente tossici, mentre il gusto dolce, il salato e quello del glutammato ci incoraggiano a mangiare cibi ricchi di carboidrati raffinati, zuccheri e sale. Oggi le nostre papille gustative e quelle dei nostri bambini sono “drogate” da questo eccesso di gusti e delle sostanze che li producono.

Infine, molti dei prodotti che portano scritte a caratteri cubitali riguardo il contenuto inferiori di grassi o zuccheri o calorie non sono così nutrienti. Di conseguenza, una piccola riduzione di calorie o di grassi non tende a fare a una grande differenza.La maggior parte dei nutrizionisti e degli esperti di obesità consiglia ai consumatori di tenersi lontano da questi prodotti confezionati.

Se il cibo è veramente sano, non ha bisogno di un’etichetta o di una scritta che ne invogli il consumo. Ecco perché non vedrete mai un sacchetto di mele con scritto sopra che sono “light”. Le aziende alimentari hanno tutto il diritto di commercializzare i propri prodotti secondo la legge, ma è molto discutibile – anche eticamente – la politica dei Governi che consentono ai produttori di alimenti di utilizzare dichiarazioni sulla salute potenzialmente fuorvianti per la maggior parte delle persone.

Il segreto per garantirvi che gli alimenti che state acquistando sono nutrienti e sani è quello di guardare, sul retro o sul lato della confezione, l’etichetta nutrizionale, che per legge deve riportare in ordine di quantità decrescente gli ingredienti usati nell’alimento e le quantità di grassi, calorie, zuccheri, carboidrati e proteine contenute effettivamente in una porzione o in 100 g di prodotto.

Ancora meglio, sarebbe evitare (o ridurre fortemente) le bibite zuccherate ed i cibi confezionati, raffinati e trasformati industrialmente – diffidando in particolare dei pacchetti che ci dicono che “i loro contenuti sono sani” o che hanno etichette nutrizionali microscopiche; e invece alimentarsi cucinando con ingredienti freschi, naturali ed integrali, quelli sì davvero sani e ricchi di nutrienti.



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