Tè verde contro il cancro: funziona?

Il tè – una delle più antiche e popolari bevande del mondo – è da tempo considerato come un aiuto alla buona salute, e molti credono che possa contribuire a ridurre il rischio di cancro. La maggior parte degli studi sul tè e sulla prevenzione del cancro si è concentrata sul tè verde.

Il tè è composto da polifenoli, alcaloidi (caffeina, teofillina e teobromina), aminoacidi, carboidrati, proteine, clorofilla, composti organici volatili, fluoro, alluminio, minerali e elementi in traccia. I polifenoli, un gran numero di sostanze chimiche vegetali che comprendono le catechine, sono ritenuti responsabili dei benefici per la salute che sono stati tradizionalmente attribuiti al tè, in particolare al tè verde. La catechina più attiva ed abbondante nel tè verde è l’epigallocatechina-3-gallato (EGCG).

Negli studi sugli animali, si è trovato che il te e/o i polifenoli del tè inibiscono la tumorigenesi in diversi organi, tra cui la pelle, il polmone, la cavità orale, l’esofago, lo stomaco, l’intestino, il colon, il fegato, il pancreas e la ghiandola mammaria. Invece, come vedremo, i risultati degli studi umani – sia epidemiologici che clinici – sono stati sostanzialmente inconcludenti.

Più del 50% degli studi epidemiologici sull’associazione tra il consumo di tè e il rischio di cancro sono stati pubblicati dal 2006. I risultati di questi studi sono stati spesso incoerenti fra loro, ma alcuni di essi hanno collegato il consumo di tè a un rischio ridotto di tumori del colon, del seno, dell’ovaio, della prostata , e del polmone. Vengono quindi da chiedersi le ragioni di tale incoerenza.

I risultati incoerenti possono essere dovuti a variabili quali le differenze nella preparazione e nel consumo di tè, i tipi di tè studiati (verde, nero o entrambi), i metodi di produzione di tè, la biodisponibilità dei composti del tè, la variazione genetica nel modo in cui le persone rispondono al consumo di tè, l’uso concomitante del tabacco e dell’alcool, e altri fattori dello stile di vita che possono influenzare il rischio di sviluppare il cancro, come l’attività fisica o il peso corporeo.

Diversi studi clinici hanno esaminato il ruolo del tè e dei polifenoli del tè nella prevenzione del cancro. Tuttavia, pochi studi hanno esaminato gli effetti del tè o dei polifenoli del tè sull’incidenza o sulla mortalità del cancro. Due studi randomizzati hanno valutato gli effetti degli estratti di tè sulle lesioni orali premaligne e vale la pena illustrarli qui in maggiore dettaglio.

Uno dei trial è stato uno studio di tipo interventistico a doppio cieco che ha coinvolto 59 persone con la leucoplachia, una lesione considerata un precursore del cancro orale. I partecipanti alla prova sono stati sorteggiati a caso, in modo da ricevere alcuni 3 grammi di un prodotto di tè misto – somministrato sia per via orale che topica – oppure, gli altri, il classico placebo.

Dopo 6 mesi, il 38% dei partecipanti al gruppo di trattamento aveva avuto una regressione parziale delle proprie lesioni orali rispetto al 10% dei partecipanti appartenenti al gruppo dei placebo. Inoltre, la proliferazione delle cellule mucose era diminuita nel gruppo di trattamento, suggerendo un possibile effetto protettivo del tè sullo sviluppo del cancro orale.

Al contrario, nel secondo studio, 39 persone con lesioni orali premaligne ad alto rischio sono state sorteggiate a caso per ricevere una delle tre dosi di estratto di tè verde – precisamente, 500 mg per metro quadrato di superficie corporea (mg/mq), 750 mg/mq, o 1000 mg/mq – o un placebo tre volte al giorno, per 12 settimane. Alla fine di tale periodo, non sono però state riscontrate differenze nelle risposte o nell’istologia delle lesioni tra i due diversi gruppi.

Due altri studi randomizzati hanno esaminato gli effetti del tè sui livelli di urina di 8-idrossido-ossitocina (8-OHdG), un biomarcatore del danno ossidativo del DNA che può essere un interessante predittore di un aumento del rischio di cancro. Infatti, i livelli di 8-OHdG urinari risultano essere più elevati negli individui con cancro polmonare che nei soggetti di controllo, ed inoltre il tessuto tumorale del seno, del polmone, del fegato, del rene, del cervello, dello stomaco e del tessuto ovarico ha un contenuto superiore del suddetto 8-OHdG rispetto al tessuto non tumorale adiacente.

In uno studio molto interessante, ben 133 adulti fumatori pesanti sono stati sorteggiati in modo casuale per bere ogni giorno, per un periodo di 4 mesi, 4 tazze di una delle seguenti bevande: tè verde decaffeinato, tè nero decaffeinato o acqua. Tra coloro che hanno bevuto il tè verde, c’è stata una diminuzione statisticamente significativa del 31 percento nei livelli urinari di 8-OHdG; nel gruppo che ha bevuto il tè nero, invece, non vi è stato alcun cambiamento nei livelli urinari 8-OHdG.

Nel secondo studio, 124 individui a maggior rischio di cancro al fegato a causa dell’infezione da virus dell’epatite B e dell’esposizione all’aflatossina hanno assunto un placebo o 500 mg o 1000 mg di un integratore di polifenoli del tè verde. Le due dosi di integratore erano equivalenti, rispettivamente, a 2 od a 4 tazze di infusioni di tè verde. Nessun altro tè veniva consumato.

Ebbene, rispetto a quelli del gruppo placebo, gli individui che hanno preso l’integratore di tè verde in entrambe le dosi per 3 mesi hanno abbassato in modo sostanziale i livelli urinari di 8-OHdG. Sebbene questi studi indichino che i polifenoli del tè verde o i loro integratori possono ridurre i livelli urinari di 8-OHdG, non è chiaro se questi livelli ridotti siano associati a un rischio di cancro ridotto.

Ulteriori studi hanno indagato se le catechine del tè verde o gli estratti di tè verde alterano il rischio di cancro alla prostata. In uno studio a doppio cieco, controllato con placebo, 60 uomini hanno preso 200 mg di catechina del tè verde o un placebo tre volte al giorno per un anno. Questi uomini avevano una neoplasia intraepiteliale prostatica di alto grado, che si ritiene essere un precursore del cancro della prostata. Dopo 1 anno, nel gruppo trattato con la catechina del tè verde sono stati rilevati meno tumori prostatici (1 cancro in 30 uomini) rispetto al gruppo dei placebo (9 tumori in 30 uomini).

In un altro studio, è stato studiato un possibile ruolo per gli integratori di tè verde nel trattamento delle lesioni precancerose dell’esofago. Nello studio in questione, 200 partecipanti cinesi con tali lesioni sono stati trattati con 5 mg quotidiani di estratto di tè verde decaffeinato o con un placebo. Dopo 12 mesi, l’istopatologia della lesione è stata valutata come migliorata, invariata o deteriorata. La ricerca non ha trovato alcuna differenza tra il gruppo trattato e il gruppo placebo per quanto riguarda i cambiamenti nelle lesioni dell’esofago o nella proliferazione cellulare anormale.



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